Colonna infame

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Info

Adresse:
Piazza Mercantile, 70, 70122 Bari BA, Italia
Catégories de bonne:
Monumento Commemorativo

Mobilité

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Da Viale Enzo Ferrari, continuare in direzione di Strada Provinciale 204/Viale Gabriele d'Annunzio/SP204. Prendi Viale Europa, SS16, Via Napoli e Corso Vittorio Veneto in direzione di Piazza Mercantile a Bari. Continuare su Lungomare Augusto Imperatore. Piazza Ferrarese è sulla destra. Proseguire a piedi per Piazza Mercantile.

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Da casello Bari Sud dell’autostrada A14 prendere E843, Viale Giuseppe Tatarella, Sottovia Giuseppe Filippo, Via Brigata Regina e proseguire su Lungomare Augusto Imperatore in direzione Piazza Mercantile a Bari. Piazza Ferrarese si trova sulla destra. Proseguire a piedi per Piazza Mercantile.

Information sur les transports en utilisant les moyens

Arrivano nelle vicinanze di Piazza Ferrarese (per piazza Mercantile è necessario proseguire a piedi) le linee AMTAB 2-4-10-12-12/-21-35

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Description

Les coûts d'acc�s:
Gratuito
Rencontres:
Installato nel 1546

A Sud-Est del borgo antico, in continuità con piazza del Ferrarese, si trova piazza Mercantile, luogo che per secoli è stato il fulcro della vita economica e civile della comunità; oggi è costellata da numerosi ristoranti e trattorie che la rendono punto di ritrovo per i baresi. Dall’inizio di via Re Manfredi è visibile un gruppo scultoreo a tutto tondo il quale domina silenziosamente un angolo di piazza Mercantile costituendone un particolare elemento d’ arredo oltre che tratto distintivo della città: è la cosiddetta “colonna infame”, chiamata così perché qui venivano esposti al pubblico ludibrio i debitori insolventi. Il complesso scultoreo, rialzato su una base circolare costituita da quattro gradini concentrici, è composto da una colonna di spoglio in marmo bianco sormontata da una palla di cannone, e da un leone in breccia calcarea pugliese. Il leone, estrapolato probabilmente da una tomba romana risalente al I sec. a.C. - I sec. d.C., simboleggia il potere e la giustizia, quest’ultima ulteriormente celebrata dall’epigrafe custos iusticiae (letteralmente custode della giustizia) incisa sul collare dell’animale. La colonna, invece, rappresenta la città, che il leone sorveglia e protegge (l’accostamento e il valore apotropaico è lo stesso che ritroviamo sulla porta di Micene). Questa lettura del monumento risulta ancora più chiara se si pensa che originariamente il gruppo era collocato vicino al vecchio porto ed è stato collocato in piazza solo successivamente.

Storia

L’origine della scultura è stata in passato oggetto di svariate supposizioni e solo alla fine degli anni Ottanta del Novecento, a seguito di indagini accurate e dell’autopsia dell’opera, è stato appurato che si tratta di un leone funerario scolpito da un artigiano romano-apulo tra la fine del I secolo a.C. e gli inizi del I secolo d.C. A. Perotti è dell’avviso che la colonna con il leone originariamente fosse uno strumento di tortura (gogna) installato intorno al 1546 allorquando il Vicerè Pietro di Toledo, marchese di Villanova, emanò un editto per rendere meno disumana la pena della berlina. Lo stesso Perotti riporta che fino ad allora i debitori insolventi venivano esposti al pubblico ludibrio abbracciati alla colonna, mentre esponevano “le terga” nude agli sghignazzi della popolazione. Il leone aggiunto successivamente da Pietro da Toledo ai piedi della colonna sarebbe servito all’insolvente per sedersi e così attenuare la vergogna. Vecchie leggende però raccontano che il Leone rappresentava un omaggio ai Veneziani intervenuti nel 1002 a liberare la città di Bari dalla flotta saracena. Originariamente doveva essere situato presso il porto vecchio e rappresentando un monito per chi giungeva in città.         

Arte e architettura

A Sud-Est del borgo antico, dopo aver attraversato piazza del Ferrarese, si giunge in piazza Mercantile, luogo che per secoli è stato il fulcro della vita economica e civile della comunità e che ancora oggi è circondata da numerose attività commerciali che la rendono punto di ritrovo per i baresi. La piazza, dalla forma irregolare, è arredata dalla fontana pubblica detta "della Pigna" e dalla Colonna della Giustizia, la quale è diventata simbolo di questa parte della città. Il complesso scultoreo, rialzato su una base circolare costituita da quattro gradini concentrici, è composto da una colonna di spoglio in marmo bianco sormontata da una palla di cannone, e da un leone in breccia calcarea pugliese. L’origine della scultura è stata in passato oggetto di svariate supposizioni e solo alla fine degli anni Ottanta del Novecento, a seguito di indagini accurate e dell’autopsia dell’opera, è stato appurato che si tratta di un leone funerario scolpito da un artigiano romano-apulo tra la fine del I secolo a.C. e gli inizi del I secolo d.C. I leoni impiegati in epoca augustea come custodi del sepolcro si presentavano in posizione di attacco, proprio come era la scultura barese prima che subisse la mutilazione degli arti posteriori. Il rimaneggiamento del pezzo antico, con il rifacimento dell'intera protome, è databile entro la metà del XII secolo; il suo utilizzo associato al complesso colonna-sfera come gogna pubblica è ascrivibile ad epoca successiva, come pure la collocazione nella Piazza Maggiore, che potrebbe essere avvenuta durante i lavori di riassetto complessivo dell’area voluti da Isabella d'Aragona.

L'orientamento del leone è frontale, con la testa leggermente ruotata verso destra rispetto all'osservatore. Il corpo magro, che mostra le costole, appare disteso, mentre in origine le zampe posteriori rialzate dovevano dargli lo slancio in avanti per apparire in attacco. La testa tondeggiante presenta grandi occhi dilatati e sporgenti ed enormi fauci aperte che mostrano la dentatura. La criniera, che ricopre la testa e tutta la parte anteriore del corpo dell'animale, è incisa a ciocche lunghe e fitte che culminano con un ricciolo a voluta, senza soluzione di continuità. La coda scendeva verso il basso all’interno della zampa posteriore destra (ora perduta) e risale sul fianco destro descrivendo un arco di cerchio, per poi volgere il pennacchio nuovamente verso il basso. Un elemento importante per la datazione è il collare con l'epigrafe custos iusticie (letteralmente "custode della giustizia"), la quale appare un po' "compressa", forse un espediente per contenere le lettere nello spazio disponibile. Sotto il collare, tra le zampe, emerge uno scudo triangolare, ritenuto da alcuni studiosi lo stemma della famiglia Altavilla, a cui è stata attribuita la committenza dell’opera di rifacimento, da altri interpretato come lo stemma di Bari.

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